AIRP Depliant 2017

Il processo di ricostruzione consente di salvare il 70% dei materiali originari del pneumatico, abbattendo inoltre del 30% le emissioni di CO2 rispetto alla produzione di un pneumatico nuovo. Mediamente, grazie alla ricostruzione di pneumatici, l'Italia risparmia ogni anno in media 107 milioni di litri di petrolio ed oltre 30.000 tonnellate di altre materie prime strategiche come gomma naturale e sintetica, nero fumo, fibre tessili, acciaio e rame. Inoltre, mentre in Italia, si producono ogni anno circa 380.000 tonnellate di pneumatici da smaltire, la ricostruzione allungando la vita media del pneumatico consente di evitare la produzione di oltre 26.000 tonnellate di pneumatici fuori uso. L’industria del pneumatico ricostruito rappresenta un esempio concreto di economia circolare, ponendosi come un modello altamente strategico nel quadro dei sistemi produttivi odierni e soprattutto del futuro; in particolare le recenti dinamiche di crescita dei prezzi energetici e delle materie prime configurano per l’industria del pneumatico un ruolo ancora più centrale per tutte le pratiche di riuso e recupero. Il pneumatico moderno di qualità racchiude concentrati di tecnologia avanzata e potenzialità di utilizzo che consentono al prodotto di superare il suo primario ciclo di vita e vivere quindi molto più di una sola vita: si può arrivare a sette ricostruzioni per i pneumatici del segmento cava-cantieri, mentre vengono ricostruiti fino a dieci volte i pneumatici degli aerei. Non ricostruire un pneumatico significa disperdere l’importante valore tecnologico che esso porta con sé, a partire dalla carcassa, elemento fondamentale per la ricostruibilità: un valore che è destinato ad aumentare con le continue innovazioni che stanno attraversando il settore. La ricostruzione di pneumatici nell’economia circolare l’ambiente Pneumatici ricostruiti per l’ambiente

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